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mercoledì 10 dicembre 2008

Privatizzazzione dei Profitti, Condivisione dei Debiti


Come promesso (anche se mi sembra un po' di parlare da solo) eccovi un post sulle privatizzazioni: il primo post "ideologico" di questo giovane blog. Spero in questo modo di invogliarvi a tentare un minimo di dibattito...

Ricordo bene come negli anni '90 il tema delle privatizzazioni fosse molto in voga e coinvolgesse tutto l'arco costituzionale, da destra a sinistra. Ricordo i tempi della SIP, dell'ENEL pubblica, delle autostrade e delle ferrovie statali, delle scuole e della sanità pubbliche, dei grandi atenei statali. Si diceva che gli enti pubblici erano inefficienti, sprecavano denaro e fornivano servizi scadenti. Facciamo un po' di storia con l'ausilio di una breve ricerca effettuata sul web e vediamo insieme cosa è successo.

1992 - ENEL (Ente Nazionale per l'Energia eLettrica) e le FS (Ferrovie dello Stato) sono privatizzate e trasformate in S.p.A..

1994 - Nasce Telecom Italia (S.p.A.) che ingloba SIP (Società Italiana Per l'esercizio telefonico).

1995 - Viene privatizzata ENI (Ente Nazionale per gli Idrocarburi).

1998 - Poste Italiane diviene una S.p.A..

1998 - DM 261/98 a firma Luigi Berlinguer (DS) rappresenta la prima forma di finanziamento pubblico alle scuole private.

1999 - DM 279/99 segue il precedente e ne prosegue la linea

2000 - Sotto il governo D'Alema bis, la legge 62/2000 istituisce le "Scuole Private Parificate", ossia quelle scuole private finanziabili per mezzo di fondi pubblici.

2002 - Nasce Autostrade per l'Italia S.P.A. ed anche A.N.A.S. (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade) viene privatizzata.

In tempi ancora più recenti (se non erro) le strutture ospedaliere e le cliniche private sono state ascritte nel complesso delle strutture sanitarie nazionali.

Se penso a cosa significava "essere italiano" negli anni '80, forse capisco parte del disagio che le persone provano ai giorni nostri. Essere italiano e pagare le tasse signigicava contribuire al mantenimento di una struttura che restituiva molti servizi. Essere italiano significava far parte di un progetto di vita assieme. Il telefono era un po' tuo, il treno era un po' tuo, la corrente elettrica era un po' tua. Magari non era il meglio del meglio, ma era a buon mercato. E secondo principi di equità sociale, potevamo permetterci persino di essere generosi con i più bisognosi.

Ma l'idea che privato fosse meglio di pubblico iniziò a conquistare larghi consensi. Sia chiaro, le società statali sono state spesso al centro di scandali e ruberie, disservizi e malgoverno, ma la cura che venne proposta ha prodotto, a mio avviso, risultati peggiori del male stesso ed oramai credo sia facile accorgersene.

Ai giorni nostri, l'italiano medio non ha un vero motivo per pagare le tasse. Dallo Stato riceve in cambio ben poco. A ben guardare null'altro che un sistema giudiziario (oberato) e la tutela dell'ordine pubblico. In merito a sanità ed istruzione, la brillante scelta di dirottare risorse pubbliche sul privato ha portato il privato a superare spesso il servizio offerto dallo stato. Autostrade, ferrovie, energia, telefonia, carburanti, li paghiamo tutti a caro prezzo. Dagli anni '90 ad oggi siamo riusciti nella straordinaria impresa di tagliare i servizi ed aumentare continuamente la spesa pubblica. Tanto che oramai non si riesce più a capire come vengano spesi i soldi pubblici. Ma questo è un altro complesso argomento, da trattare con un minimo di attenzione in più.

Ad ogni modo è un dato di fatto che alcuni servizi considerati indispensabili negli anni '80, oggi debbono essere acquistati dal cittadino italiano di sua tasca. E la privatizzazione di detti servizi, non solo non ne ha migliorato l'efficienza (devo ricordarvi le ferrovie), non solo non ne ha abbassato i prezzi, non solo non ha prodotto maggiori posti di lavoro, ma essi continuano a gravare anche sulle casse dello stato. Un esempio? L'alta velocità delle FS! Non la stiamo forse pagando noi italiani? All'ora perché i frutti (ammesso che tali progetti siano fruttuosi) li dovrebbe cogliere FS S.p.A.? Finanziamo progetti fallimentari come l'alta velocità coi fondi pubblici e quando il danno è creato sempre lo stato (noi) copre le inevitabili perdite per salvaguardare i posti di lavoro degli italiani.
Se prima le strutture pubbliche generavano sprechi, ora questo modello pseudo-privato ne genera cento volte tanti. I soldi li mettiamo sempre noi, i frutti li colgono solo in pochi. Anzi, i frutti non interessano nemmeno. I grandi nomi dell'economia e della finanza si spartiscono la pagnotta anche quando il progetto è un fiasco manifesto. Tanto alla fine, dopo aver finanziato la bufala di turno, il cittadino si vedrà addebitare anche il costo del danno che da essa deriva.

Un altro esempio? Mi spiegate perché dovremmo costruire coi soldi pubblici le centrali nucleari (svariati MILIARDI di euro l'una) se poi a gestirle non è una società pubblica? Mi spiegate perché l'investimento fatto coi soldi di TUTTI dovrebbe andare a vantaggio di pochi? Mi spiegate perché nemmeno i fantomatici "comunisti" (ma ci sono mai stati in Italia?!?) hanno lottato contro le privatizzazioni?

Ora ci tolgono anche l'acqua. Come il telefono e l'autostrada, il gasolio e l'elettricità, alcuni vorrebbero che iniziassimo a considerarla un bene di consumo, non un nostro diritto. Ma senza acqua non c'è vita. Esiste un limite o gli permetteremo di portarci via tutto? Continuiamo a correre dietro ad una carota chiamata "libertà" e non ci accorgiamo del bastone. Siamo sempre più liberi di morire di fame ed ora, più velocemente, anche di sete. Rincorriamo il sogno di diventare tanti Paperoni e non ci accorgiamo di essere costretti ad un'esistenza più misera di quella di Paperino.

C'è tanto ancora da dire su questo argomento. Sbizzarritevi!

5 commenti:

ha detto...

eccomi qui! ho trascorso gli ultimi 10 minuti tra cercare e decifrare la legge 133 proveniente dal d.lgs 112( citato sul blog di Grillo) articolo 23 comma 10 d. che dice:"d) armonizzare la nuova disciplina e quella di settore applicabile ai diversi servizi pubblici locali, individuando le norme applicabili in via generale per l'affidamento di tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia elettrica e gas, nonche' in materia di acqua;" dove con il termine " affidamento" intendono dire vendita se non ... cessione gratuita???? ma è una mia impressione o questo articolo non ha fatto notizia? non se ne è parlato in tv... la stampa l'ha ignorato?? come mai?

Andrea Krell ha detto...

già, sembra che ormai la situazione sia vista così:
pubblico = fannullone, inconcludente, in passivo
privato = laborioso, produttivo, innovativo

Sfortunatamente non è così, ma viene visto così dato che le ditte private debbono per forza essere in attivo, ed all'avanguardia, altrimenti vengono soppiantate da altre più competitive.
Ovviamente nel caso di grandi poli indispensabili alla vita della collettività questo non è possibile, o perlomeno non è possibile senza investimenti di base inarrivabili per la maggior parte delle imprese.

Esempio, se la FS viene migliorata e sistemata gli azionisti ne guadagnano. Se invece và in passivo a causa di millemila motivi non esiste una società ferroviaria che possa farle concorrenza, o soppiantarla, neppure in ambiti regionali o proviciali: è tutto in mano alle FS!
Quindi lo stato (noi) mette mano al portafogli. Per garantire un servizio che sarebbe dovuto rimanere in piedi.

Ora io mi domando e dico, non sarebbe stato meglio evitare di privatizzare queste società di pubblica utilità ed anzi trasformarle in società utili, togliendo dai loro vertici cugini e nipoti di politici e mettendoci invece gente seria e preparata che sarebbe stata in grado di riportare in attivo queste società?

Di nuovo penso che la risposta sia si, ma è tanto più comodo farsi pagare un tot adesso e prendersi una fetta della torta sottobanco.
Come per la seduta alla camera in cui i politici premevano pulsanti per i propri vicini per far passare la legge, tutti vedono ma ormai non c'è neppure la vergogna, nessuno insorge, nessuno fà niente... anestetizzati.

Per quel che riguarda Grillo devo dire che ha fatto un errore, ma è umano, può succedere.
Per quel che riguarda Santoro temo che per tirare su l'audience sia obbligato ogni tanto a far puntate un pò trash.
D'altra parte se la maggioranza degli italiani ha votato Silvio un motivo ci sarà.

p.s. leggo costantemente, ma rispondo solo quando ritengo il mio apporto sia utile alla conversazione, non scoraggiarti se non rispondo subito ;-)

Ciro Tonetto ha detto...

La privatizzazione indiscriminata è un sintomo dell’incapacità del potere centrale di gestire i bisogni dei cittadini, ma prima ancora del suo disinteresse verso di questi.

Date le risorse economiche a sua disposizione, derivate dalle tasse dei cittadini, uno stato ha il dovere di tradurle servizi a disposizione della comunità che li ha pagati.

Introdurre la privatizzazione, delegare un privato a fare ciò che lo stato dovrebbe fare, significa di per sé lavarsi le mani dei propri doveri.
Se per alcuni casi strettamente specifici un privato vuole mettere la sua opera servizio dello stato questo dovrebbe controllarlo e, se non si dimostra all’altezza del compito, rimuoverlo dall’incarico.

In Italia ciò non accade (basta vedere le polemiche nate contro Di Pietro quando ha banalmente proposto di destituire Benetton dal suo ruolo di gestione delle autostrade per non aver tenuto fede all’accordo) e la privatizzazione è diventata solo un modo per arricchire amici dei potenti con soldi della comunità.

Un privato non lavora gratis e tutto il surplus di entrate che finiscono nelle sue tasche sono soldi dei cittadini. Se qualche privato non tiene fede agli accordi difficilmente sarà punito come sarebbe giusto, il guadagno sarà anzi maggiore in funzione di tutti i servizi non attivati ma per cui ha ricevuto fondo statale, cioè i nostri soldi.

Fabio Guerrini ha detto...

Quando stamane ho letto 3 commenti vi assicuro che ho provato una certa gioia. Spero veramente si possa iniziare a chiaccherare insieme di questi argomenti e vi ringrazio. Aggiungo un altro tassello alla conversazione.

Giusto ieri leggevo un articolo di un importante economista turco, docente di economia all'università di New York (il nome non lo ricordo ma proverò a ricercare l'articolo).

A Settembre '08 egli rilasciava una interessante intervista in cui spiccva una frase che io ritengo veramente illuminante.

"Gli aiuti alle Banche? Socialismo per ricchi!"

Intendendo chiaramente che i fautori del libero mercato non disdegnino affatto il sostegno pubblico quando sono in difficoltà.

E' la solita vecchia storia del pensiero di destra. Facile fare gli arroganti e negare l'importanza della solidarietà sociale e della ripartizione equa della ricchezza quando si è in una situazione di vantaggio. Poi quando la ruota gira allora si invoca l'aiuto dello stato. Non succede solo in Italia, in questo caso tutto il Mondo è Paese.

Tra le tante cose che "la crisi" si porterà via, speriamo si porti via anche l'ipocrisia di questi tiranni con le faccie da brave persone.

Ciro Tonetto ha detto...

Purtroppo sarà ben difficile che la crisi si porti via i "tiranni con le faccie da brave persone". Più probabilmente continuerà ad impoverire sempere di più il ceto medio. A quel punto si minimizzerà la questione cambiando i criteri secondo cui è definito il ceto medio mostrando che, in fondo, il governo ha limitato i danni (tecnica già molto usata in Italia).

Finora non si è vista una sola manovra per cercare di tamponare la crisi, anzi la si è sfruttata come scusa per tagliare alti posti di lavoro nelle università.

PS. a proposito di socialismo per ricchi, ecco una vignetta di ottobre sul risveglio dello Zio Sam ;)

http://www.sinfest.net/archive_page.php?comicID=2960