Questa è una tana, un covo, un rifugio. Un posto per pensare e per sognare.


lunedì 26 gennaio 2009

Questa è Sparta!


Credo che tutti voi abbiate avuto modo di sentire le ultime sparate del nostro amatissimo primo Ministro. Vediamo di analizzare cosa sta succedendo: come sepre vi offrirò la mia interpretazione dei fatti, ma gradirei sentire cosa ne pensate anche voi.

Da qualche giorno la stampa si è gettata con rinnovata cupidigia sui casi di cronaca nera. In special modo spopolano gli stupri ad opera di extracomunitari. Reati orrendi, per carità, ma che improvvisamente vengono posti al centro dell'attenzione da TUTTI i media all'unisono. Ed ecco la prima cosa che mi ha fatto riflettere:

1) ma quanti stupri avvengono in Italia in un anno? E ad opera di chi?

Anche con una rapida verifica, ci si accorge che la situazione italiana è terribile. Si parla di tredici stupri al giorno, un dato agghiacciante che non spiega la morbosa attenzione dei media per quei tre casi rimbalzati su tutti i telegiornali italiani. Oltretutto la stragrande maggioranza degli stupri è commessa da parenti e conoscenti della vittima, solo percentuali molto piccole sono imputabili a sconosciuti (compresi extracomunitari ed immigrati comunitari). Riconoscere questo non significa giustificare o negare, ma mettere a fuoco il problema. Lanciare crociate contro il "rumeno stupratore" significa fare demagogia.

Invecie i telegiornali incalzano. Ogni donna dovrebbe chiudersi in casa (magari proprio con l'orco che abusa di lei) per evitare che "branchi di stupratori rumeni muniti di ascie e coltelli" la violentino per le strade della sua città. Una situazione di "allarme sociale" che genera interrogazioni parlamentari e grandi proclami di governo. Il migliore di tutti? Ma Silvietto, ovviamente!

Il premier ricorda la proposta del ministro Maroni condivisa dal ministro La Russa per aumentare di 10 volte il numero dei militari che, «invece di essere un esercito che fa la guardia nei confronti del deserto dei Tartari, sarà utilizzato per combattere l'esercito del male cioè la criminalità diffusa». Articolo completo (link)

Questa la frase chiave di un'intervista che io stesso ho visto riportata in televisione e che, francamente, mi ha messo i brividi. Le domande nella mia testa si affollano:

2) Ma non erano 300?

3) L'esercito del Male?

4) Il deserto dei Tartari è sorvegliato dall'Esercito Italiano? E chi ce l'ha mandato?

Andiamo con ordine.

Tanto per cominciare no, non sono 300. SuperSilvio vuole inviare 30.000 soldati (attualmente sono 3.000) nelle città, per combattere l'esercito del male. Combattere? Il termine, sicuramente scelto a caso, è haimé drammaticamente esatto. Mentre le forze dell'ordine prevengono il crimine, effettuano indagini, arrestano i colpevoli su mandato dei magistrati, l'esercito è addestrato a combattere... La costituzione per fortuna tutela i cittadini ed i soldati potrebbero svolgere ruoli attivi di polizia soltanto qual'ora fosse dichiarato lo STATO DI GUERRA. Mi auguro che sia soltanto la solita colossale opera di propaganda...

L'Esercito del Male ha un che di sinistramente Orwelliano. Non è un termine lucido, è un modo per suscitare partecipazione. Se Silvietto mobilita l'esercito per combattere il Male, allora lui è il Bene. Non mi dilungherò nell'esprimere il mio giudizio morale nei confronti di un uomo che si sottrae ai processi e che fa parte di quell'elite di brillanti pensatori che ci hanno lanciato verso la crisi di tutte le crisi, dico solo che uno statista non dovrebbe parlare a quel modo. Nemmeno un bambino di otto anni dovrebbe avere una visione tanto limitata del Bene e del Male... mi ricorda un certo personaggio del film "W".

Lo scivolone del "Deserto dei Tartari" infine, è degno del migliore dei comici. E' verissimo, l'Esercito è impegnato in molte assurde ed inutili missioni che costano un sacco di soldi agli italiani. Ma chi ce li ha spediti, io forse? Siete stati voi? A me risulta che il rifinanziamento delle missioni all'estero fosse contenuto nella finanziaria che il governo ha approvato a Ottobre. O sbaglio? Utilizza un errore, da lui stesso commesso, per vantarsi di prepararsi a risolverlo. Aberrante!

Io, cari amici, temo proprio che ci si debba iniziare a preoccupare. L'esercito nelle città è un chiaro segnale di una stretta dispotica. Il fatto che la spettacolarizzazione di 3 stupri porti il popolo italiano a tollerare una cosa simile è il segno di un popolo imbelle e incapace di pensare prima ancora che di agire.
I problemi reali sono altri e si fanno sempre più pressanti. Non vorrei che la manovra del governo fosse atta a contrastare eventuali le rivolte per il cibo ed l'assalti alle banche ad opera di cittadini disperati. Perchè la crisi avanza e in concreto i governi non fanno niente. Di solito ignorare una malattia grave non la fa guarire.

Questa è l'analisi che vi propongo, queste le mie considerazioni e le mie preoccupazioni. Attendo di leggere le vostre.

1 commento:

Ciro Tonetto ha detto...

Quanta carne la fuoco!
Allora andiamo con ordine che si stanno toccando moltissimi tasti, mi limiterò a commentarne alcuni.

Come sostenevo al tempo debito l’introduzione dei militari nelle città in numero esiguo da un lato da l’impressione di un governo fortemente decisionista (solo l’impressione visto che contemporaneamente ricordo che il governo tagliava i fondi alla polizia) dall’altro un piccolo numero di militari di pattuglia in città passa in sordina o viene al limite ridicolizzato come intervento.

3000 militari in una città (provincia inclusa se non erro) sono una pagliacciata, non è una cosa di cui preoccuparsi. Se tuttavia il numero di militari viene aumentato (decuplicato?) in seguito, questo diviene un semplice rinforzo di una struttura già esistente e viene notato molto meno.
Per essere più chiaro, se da un giorno all’altro davanti ad un supermercato (per riprendere l’ipotesi di Fabio) si vedono 10 celerini di guardia la gente capisce che qualcosa non torna, se invece prima si vede un poliziotto, dopo qualche mese un secondo poi un altro, magari in borghese, la gente piano piano si abitua alla nuova situazione.
È stata l’innovazione di mettere i militari in città ad essere pericolosa per principio perché spiana il terreno ad uno stato di polizia che può essere instaurato da un giorno all’altro, le strutture che lo possono accogliere sono già predisposte.

Un secondo punto è la legittimazione dell’aumento del numero di militari in città: servono più militari perché ci sono delle emergenze sociali. Quali sono le emergenze sociali che vede il nostro governo? La crisi economica, il fallimento delle imprese, il tasso di disoccupazione crescente, i crescenti incidenti sul lavoro? Ovviamente no.
Le emergenze sociali che si vogliono costruire, o meglio le paure che ogni buon cittadino dovrebbe avere per essere un buon cittadino, sono: le intercettazioni da parte della giustizia (e se se non sei un delinquente che ha qualcosa da nascondere non vedo che problema potresti avere dall’essere intercettato) e la paura nel diverso (in questo caso lo stupratore extracomunitario visto che gli stupratori nostrani evidentemente sono gente perbene che anzi dovrebbe avere paura di costoro) quest’ultima permette di avere un capro espiatorio, di non pensare alla reale crisi e di cedere parte della propria libertà in cambio di una apparente sicurezza.

La contraddittorietà di questo governo è imbarazzante: il 28 gennaio il sito dei reuters pubblica, tra le altre, due notizie (http://it.reuters.com/news/archive/topNews?date=01272009),
"Stupro Guidonia, presi 6 romeni grazie a intercettazioni" e qualche riga più sotto "Alfano: impressionante spreco di denaro per intercettazioni"
Ricapitolando, il grazie alle intercettazioni (non grazie ai militari a quanto pare) prendiamo gli stupratori, che sono una emergenza sociale. Le intercettazioni sono a loro volta un emergenza sociale quindi bisogna limitarle. Ma se le limitiamo il problema sociale delle intercettazioni aumentiamo il problema sociale della criminalità. Solo a questo punto ci accorgiamo che l’intelligenza è già uscita a farsi un giro da un pezzo e non ha lasciato detto se tornava…

Ciao